Cortile di Brera
agosto 27, 2017Una mano al Monumentale
luglio 28, 2016Giannino Castiglioni, 1942, marmo di Carrara
Sant’Ambrogio ai tempi di Manzoni
aprile 27, 2014Nel dodicesimo capitolo dei Promessi Sposi Manzoni narra le vicissitudini di una celebre statua, aggiornata ai suoi tempi o quasi, dal momento che il santo benedicente di Luigi Scorzini è solitamente datato 1833.
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Questo, dalla piazza, era già entrato nella strada corta e stretta di Pescheria vecchia, e di là, per quell’arco a sbieco, nella piazza de’ Mercanti. E lì eran ben pochi quelli che, nel passar davanti alla nicchia che taglia il mezzo della loggia dell’edifizio chiamato allora il collegio de’ dottori, non dessero un’occhiatina alla grande statua che vi campeggiava, a quel viso serio, burbero, accipigliato, e non dico abbastanza, di don Filippo II, che, anche dal marmo, imponeva un non so che di rispetto, e, con quel braccio teso, pareva che fosse lì per dire: ora vengo io, marmaglia.
Quella statua non c’è più, per un caso singolare. Circa cento settant’anni dopo quello che stiam raccontando, un giorno le fu cambiata la testa, le fu levato di mano lo scettro, e sostituito a questo un pugnale; e alla statua fu messo nome Marco Bruto. Così accomodata stette forse un par d’anni; ma, una mattina, certuni che non avevan simpatia con Marco Bruto, anzi dovevano avere con lui una ruggine segreta, gettarono una fune intorno alla statua, la tiraron giù, le fecero cento angherie; e, mutilata e ridotta a un torso informe, la strascicarono, con gli occhi in fuori, e con le lingue fuori, per le strade, e, quando furon stracchi bene, la ruzzolarono non so dove. Chi l’avesse detto a Andrea Biffi, quando la scolpiva !
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Simone Peterzano
marzo 26, 2014Cascina Linterno, 23 novembre 2013
novembre 24, 2013Milano, Galleria Vittorio Emanuele II
novembre 11, 2013Il Duomo di Monza
settembre 24, 2013Ermenegildo Castiglioni ed Ernesto Bazzaro
settembre 5, 2013A inizio novecento, Ermenegildo Castiglioni decide di costruire un palazzo di prestigio, ma decisamente diverso dalle neo-classiche abitazioni della zona: siamo al civico 47 dell’attuale Corso Venezia, pochi passi dal palazzo Bovara e non lontano dai Saporiti e Serbelloni, dove abbondano colonne, statue e bassorilievi neoclassici.
L’insolito edificio viene aspramente criticato, in particolare per le voluminose cariatidi in facciata, che rappresentano la pace e l’industria, ma sono un po’ troppo scoperte, da cui il nomignolo cà di ciapp; rimosse, si possono trovare ancora oggi, in precarie condizioni, alla clinica Columbus di via Buonarroti, altro edificio progettato dall’architetto Sommaruga.
Autore delle statue è lo scultore Ernesto Bazzaro, nato nel 1859 e morto nel 1937; suo, negli stessi anni, il monumento Cavallotti, e sua anche la tomba di Ermenegildo Castiglioni senior, datata 1896: il nonno costruisce, ed il nipote eredita, una vera e propria fortuna in parte spesa per la costruzione del palazzo.
Ancora Gaston de Foix
settembre 4, 2013Questa volta per un semplice confronto visivo con una tomba al Cimitero Monumentale di Milano